HOSTARIA LETERARIA

Siamo partiti nei primi mesi del 2008: senza nessuna pretesa, con tanta nonchalance da dimenticare la data di nascita del nostro “consorzio”. Incontrandoci con i piedi sotto la tavola più o meno imbandita, abbiamo cercato di approfondire alcuni temi di attualità. Lo scopo comune era quello di individuare alcune chiavi di lettura che ci aiutassero a capire le ragioni, i legami dei fatti e degli avvenimenti oggetto di esame. Abbiamo affrontato i temi più disparati: dall’arte alla filosofia, dall’economia alla politica ai problemi del territorio. La varietà dei temi trattati rappresenta efficacemente la nostra volontà di aprire l’osservazione e la riflessione a tutti gli aspetti dell’esperienza, alla totalità dell’esperienza.

Quasi per caso è emersa la consapevolezza dei nostri obbiettivi, tesi a capire il senso dell’esperienza, della totalità dell’esperienza che non è altro che il tema della metafisica. Infatti, nella presentazione dell’argomento “Realismo come metodo della filosofia” del 10 febbraio 2010, svolto da Remo Realdon, il prof. Francesco Toniolo ha chiarito che l’esperienza, la totalità dell’esperienza (vedi sintesi 10/2/2010), non è altro che il tema della metafisica.
L’esperienza viene intesa come “insieme delle percezioni”, come cultura, come vita, come esistenza, come realtà, come mondo, come società, come storia, come tutto ciò in cui l’uomo inteso sia come singolo individuo sia come comunità, sia come comunità attuale sia come comunità passate, fa, appunto, “esperienza” (cit. Enrico Berti, “Introduzione alla metafisica“, Torino 1993).

Totalità dell’esperienza comprende non solo ciò di cui si fa esperienza(oggetto),ma coinvolge colui che fa esperienza(soggetto) e l’atto stesso dell’esperienza: per questo viene chiamata anche esperienza integrale (Faggiotto). Tematizzando l’esperienza:-da un lato “essa muove solo da ciò che è, per così dire, è evidente, immediato, nel senso che è alla portata di tutti, a disposizione di tutti, anche se questa immediatezza è costituita da un complesso di mediazioni”, è un tutto domandare”, cioè un domandare che investe la totalità del reale, “riconoscendo all’esperienza il carattere di realtà autentica, cioè innegabile, e non di realtà derivata, o dimidiata, o sbiadita, o soltanto apparente”;-dall’altro lato “include in questa (esperienza) tutto ciò che può essere tematizzato, all’inizio della ricerca, cioè prima di aver compiuto qualsiasi altro discorso , per esempio qualsiasi dimostrazione” ; intende quindi essere rigorosamente e integralmente critica,” pag 53; è un “tutto domandare”, cioè un puro domandare, che non presuppone alcuna risposta, ossia è integralmente critico.

Compagnia di realisti. Perché?

Il realismo , di cui desideriamo parlare non si contrappone subito all’ “idealismo”, ma vuol dire che, tematizzando l’esperienza, la filosofia “si muove da ciò che è evidente, immediato, alla portata di tutti “, si muove dalla realtà, dalla vita, che sussiste indipendentemente dal pensiero.

La filosofia non può partire da se stessa.

Il suo punto di partenza, il primo livello conoscitivo è dato dall’esperienza originaria prescientifica, intimamente connessa con i dati del senso comune; tale esperienza originaria può essere qualificata (quale nucleo della totalità dell’esperienza), come metafisica implicita.

Per esempio , nell’esperienza originaria rileviamo il giudizio di esistenza di una pluralità di cose in divenire , chiamato mondo: che il mondo esiste non è il risultato di una dimostrazione filosofica, ma è un’evidenza, è una constatazione razionale, è un giudizio di esistenza,premessa di tanti altri giudizi di secondo livello.

Il porsi delle cose , dell’esserci delle cose, degli enti mobili e molteplici e,in generale, dell’esperienza fa sorgere il problema metafisico: il che delle cose fa sorgere il perché delle cose stesse, il problema delle cause, del principio e, quindi del principio di tutto.

La filosofia ed il suo nucleo essenziale, rappresentato dalla metafisica, come scienza dell’intero, della totalità dell’esperienza, assumono la qualifica di scienze vere e proprie che rappresentano il secondo livello di conoscenza, quando pervengono , cioè,alla formalizzazione rigorosa e sistematica del primo livello di conoscenza , dato appunto dall’esperienza.

La nostra ambizione non è quella di approfondire questo secondo livello (che tocca l’essere e i suoi predicati, , la sostanza e gli accidenti, l’atto e la potenza, la materia e la forma, il divenire etc ),la filosofia , le varie scienze ,quanto di prendere atto del primo livello di conoscenza , costituito dall’esperienza ed . in particolare dai seguenti cinque giudizi d’esistenza:

le cose in continuo movimento e molteplici (il mondo) , l’io, l’ordine cosmico del mondo e l’ordine morale in noi e negli altri, da ultimo, per inferenza spontanea la Presenza di una causa prima e finale di tutto (religione naturale): trattasi di evidenze primarie, riguardanti l’oggetto dell’esperienza umana universale e necessaria.

Trattasi di certezze, non mediate da discorsi, da dimostrazioni e che ,costituendo il tessuto del linguaggio comune,

  • rappresentano, da un lato, le condizioni necessarie per poter comunicare, da qui l’importanza della semantica, di consenso fra gli uomini,
  • dall’altro lato, sono premesse veritative del secondo livello di conoscenza, di tutte le scienze: dalla filosofia, alle scienze umanistiche e non e quindi anche delle religioni

Essere realisti vuol dire ricordarsi continuamente del punto di partenza, implica un metodo, un radicamento nelle “res”, nella realtà, che sussiste come già detto, indipendente dal pensiero.

Compagnia di realisti, in quanto il realismo supera lo scetticismo e il razionalismo

Scetticismo: è la posizione che assolutizza il momento della ricerca, del dubbio, finendo per non trovare alcun criterio che garantisca mai qualsiasi certezza; tale posizione porta alla indifferenza: nulla è vero, tutto è falso: è l’atteggiamento attualmente dominante (dittatura del relativismo).

Razionalismo: è la posizione che porta ad attribuire un’esagerata importanza a quella certezza che deriva dal raziocinio, dal ragionamento , ignorando il ruolo primario dell’intelletto, cioè dalle prime certezze dall’esperienza dai giudizi di esistenza. Tale posizione iniziata da Cartesio si è via via sviluppata fino ad approdare a Nice, in cui l’uomo diventa , a tutti gli effetti, anche morali, misura di tutte le cose. L’eccessiva fiducia nella ragione porta a ritenere per vero soltanto ciò che è suscettibile di verifica sperimentale, come avviene nelle scienze sperimentali. Però, Galileo affermava che la scienza spiega il “come” dei fenomeni e non il perché.

Realismo: è la posizione ,che assume come tema l’esperienza, come inizio della ricerca, prima di qualsiasi altro discorso, di qualche dimostrazione; la filosofia la metafisica, come totalità dell’esperienza, “intende muovere solo da ciò che è, per così dire, evidente, immediato, nel senso che è alla portata di tutti, a disposizione di tutti.” La scelta del tema è “l’unica scelta rigorosamente critica, dunque non è propriamente una scelta, ma una necessità” (pag 53 Berti) Il realismo non riguarda solo il primo giudizio di esistenza della molteplicità delle cose in movimento (res sunt), ma diventa il metodo stesso del filosofare: è la realtà che impone il metodo al pensiero e non il contrario.

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